Questo quadro si chiama L’origine du monde (L’origine del mondo) lo ha dipinto Gustave Courbet nel 1866. L’ho scelto per la sua bellezza e per la sua potenza, nessuno prima si era accostato con tanto realismo e tanta intensità all’organo sessuale femminile.
Grazie alla natura verace della sua realistica grafica anatomica, anche se in realtà la modella raffigurata non sta facendo nulla di erotico: dorme o si riposa vestita solo di una sottoveste, evidentemente in un giorno particolarmente afoso, il quadro ha ancora oggi il potere di scioccare. Per esempio, il 23 febbraio 2009, alcune copie di un libro, raffigurante L’Origine in copertina, sono state sequestrate dalla polizia a Braga, in Portogallo, che le contestava come “pubblica pornografia”.
Con ogni probabilità il committente della tela, fu il diplomatico turco-egiziano Khalil-Bey (1831-1879). Personalità eccentrica della Parigi bene degli anni sessanta del XIX secolo, mette insieme, prima di essere rovinato dai debiti di gioco, un’effimera ma sorprendente collezione, dedicata alla celebrazione del corpo femminile. In seguito, si hanno poche notizie certe sulla sorte e sui proprietari del quadro. Fino al suo ingresso nelle collezioni del museo d’Orsay nel 1995, L’Origine del mondo, faceva allora parte della raccolta dello psicanalista Jacques Lacan.
Courbet non ha mai smesso di rivisitare il nudo femminile, talvolta con una vena piuttosto libertina. Tuttavia, in questo quadro, l’artista si abbandona ad un’audacia e a un realismo che conferiscono all’opera un grande potere seduttivo. La descrizione quasi anatomica di un organo genitale femminile non è attenuata da alcun artificio storico o letterario. Grazie al grande virtuosismo di Courbet, alla raffinatezza della gamma delle tonalità ambrate, L’Origine del mondo sfugge allo statuto d’immagine pornografica. La schiettezza e l’audacia di questo nuovo linguaggio non escludono un legame con la tradizione: difatti, la pennellata ampia e sensuale e il ricorso al colore ricordano la pittura veneziana. Del resto, lo stesso Courbet faceva appello a Tiziano e al Veronese, al Correggio e alla tradizione di una pittura carnale e lirica.
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