Credo che Nora Ephron, la sceneggiatrice di “Harry ti presento Sally”(1989, Rob Reiner), fosse una donna geniale, spiritosa e libera.
Solo una donna geniale, spiritosa e libera poteva creare la celebre e indimenticabile scena del finto orgasmo di Meg Ryan.
Solo una donna, poteva farlo, solo una donna.
Non credo che Nora Ephron nello scriverla e Meg Ryan nel recitare quella scena esilarante si siano dovute allontanare troppo dall’esperienza personale.
Credo che almeno una volta nella vita ogni donna abbia finto un orgasmo.
Fortunate quelle che lo hanno fatto una sola volta.
Godiamoci la celebre scena interpretata da Meg Ryan.
Una ricerca della Società Italiana di Medicina Generale, del 2014 racconta che su un campione di 600 persone intervistate a fingere regolarmente l’orgasmo è il 42,2% delle donne. Racconta inoltre che il 12,2% delle donne non ha mai provato un orgasmo e il 33,6% non riesce a raggiungerlo.
Vista così sembra una tragedia di enormi proporzioni.
Ma, mi chiedo: Perché le donne fingono l’orgasmo?
Ho ascoltato pareri, letto e studiato in proposito ed ho provato a buttare giù alcune riflessioni.
Perché inscenare un finzione?
Perché la realtà non ci piace, è scomoda, inaccettabile.
Quando fingiamo un orgasmo la realtà inaccettabile (il fatto che non lo proviamo) può riguardare solo noi o anche il nostro partner.
E quindi, perché fingiamo?
Fingiamo perché ci vergogniamo di non provare qualcosa che è “normale” provare, quindi ci vergogniamo, ci sentiamo a disagio, perché sentiamo di non essere “normali”.
Intanto non è “normale”, né automatico avere un orgasmo durante un rapporto sessuale. Il piacere va costruito, va creato uno spazio mentale e fisico per accoglierlo. Può capitare di avere la testa piena di pensieri e il corpo stanco, se non ci concediamo il tempo giusto per prepararci sarà difficile provare piacere semplicemente perché c’è qualcuno che si muove ad andamento ondulatorio/sussultorio dentro e fuori dal nostro corpo.
Ci può capitare di sentire che abbiamo qualcosa che non va e di sentirci addirittura “malate” solo perché non ci concediamo il giusto tempo e spazio per provare piacere.
Molte di noi non vogliono deludere il partner. Il nostro partner è una brava persona, ci è simpatico, lo amiamo! Ma può essere che non sappia nulla di piacere femminile (in fondo nessuno glielo ha insegnato), può essere che si muova in modo maldestro, che sia poco o troppo delicato, che pensi che il solo fatto di penetrarci ci produca gioie inenarrabili… Quindi si finge per non offenderlo, perché non si senta sminuito o a disagio, perché continui a pensare di essere un amante strepitoso.
Altre non vogliono chiedere, pensano che chiedere per il proprio piacere non sia lecito. Molte di noi sono cresciute in una cultura in cui il piacere dell’uomo è più importante di quello della donna, in cui le donne che chiedono per il proprio piacere sono considerate delle donne ”facili” e poco serie, in cui la donna deve dare e poi, se capita, ricevere.
“Non lo fo per piacer mio, ma per dare un figlio a Dio”. Era la frase che si attribuiva alle donne di una volta, tutte ovviamente sante e virtuose, allorchè -una volta sposate- dovessero “adempiere” ai doveri coniugali. Non lo avrebbero fatto -loro, sante e virtuose- per piacere personale e godimento proprio (giammai! giammai!) bensì solo ed unicamente per svolgere una funzione, compiere un dovere, adempiere -appunto- ad un mandato preciso: quello di fare figli. Anzi, di dare un figlio a Dio.
Molte di noi sono cresciute in una cultura che come sottotesto propone ancora questo: il sesso per una donna (santa e virtuosa) non può essere piacere, ma dovere.
Chiedere all’altro di procurarci piacere facendo una tal cosa piuttosto che un’altra, potrebbe farci apparire come delle donne desideranti e interessate al sesso, e tutto ciò potrebbe ledere l’immagine che gli altri hanno di noi.
Lo stesso tipo di pregiudizio che rende la masturbazione femminile un tabù ancora adesso e che provoca la poca conoscenza di sé da parte di molte donne, e quindi, se non mi conosco (non conosco il mio corpo, non so quali sono le sue parti sensibili, non so come prova piacere e godimento), com faccio a sapere cosa mi piace? E se non so cosa mi piace, come faccio a chiedere all’altro di farmi delle cose che mi piacciono?
Si finge anche perché si ha solo voglia che tutto quell’affannarsi finisca presto. Se non siamo particolarmente attratte dal nostro partner, siamo in una situazione di conflitto di coppia, o (dopo tutti quegli anni insieme) la nostra coppia rotola velocemente verso il baratro della noia, possiamo fingere l’orgasmo perché così ci togliamo di torno velocemente un altro impiccio.
Credo che se fingiamo un orgasmo, fondamentalmente togliamo molto a noi stesse.
Abbiamo diritto a provare piacere,avere degli orgasmi soddisfacenti non solo è meraviglioso, fa anche bene!
Fingere significa non mettere in campo la possibilità di fare qualcosa di diverso (e di più bello) per sé e per il/i proprio/i partner.
Pensiamoci.
Buona giornata!
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